Estate 2011 – collisioni in mare
di Vittorio di Sambuy
Se le collisioni fra unità da diporto siano state quest’anno più numerose del solito ce lo confermeranno o meno le statistiche della Guardia Costiera. Sembrano comunque diminuiti i casi di sub “arrotati” dai mezzi di superficie, specie in corrispondenza di punte e speroni rocciosi, ma ciò si spiega per la maggiore prudenza da parte dei sub stessi, che usano quasi sempre la prescritta boetta di segnalazione, oltre ad attenersi alle norme del “buon senso”.
Forse i media, per consolarci dalle cattive notizie finanziarie e politiche hanno cercato ausilio nella cronaca. Una cosa va però sottolineata: anche per mare ci sono stati casi del timoniere (o dell’unico patentato a bordo) in preda agli effetti dell’alcool e dato il crescere di questo fenomeno, soprattutto nella circolazione stradale, il discorso si fa più impegnativo e richiederebbe comunque di essere affrontato in modo più drastico.
Tornando agli incidenti in mare, non sempre essi sono stati provocati dall’elevata velocità – qualsiasi natante è oggi in grado di raggiungere i 20 nodi, velocità già superiore di molto al limite massimo che non dovrebbe essere mai superato in prossimità della costa. Ne sa qualcosa un mio amico che, fiero del suo cruiser dotato di eliche di superficie, non riesce a planare ai 15 nodi prescritti ad esempio in tutte le acque interne dell’arcipelago de La Maddalena.
Moltissimi scafi superando agevolmente questa velocità, sollevano con la loro scia onde fastidiose: si tratta di un fenomeno di malcostume che disturba parecchio i natanti e le imbarcazioni ormeggiate lungo costa a scopi di balneazione.
Con la Guardia di Finanzia impegnata a scovare gli evasori fiscali, grava solo sulla Guardia Costiera il compito di controllare le rotte costiere ma senza infrastrutture specifiche (fra radar e telecamere peraltro assai costose) il loro intervento diventa talmente saltuario da costituire una minaccia inconsistente.
Forse non guasterebbe una minore pignoleria nel verificare le dotazioni di sicurezza ma in compenso semplicemente il monitorare, percorrendole più spesso, le rotte molto trafficate sarebbe un deterrente efficace.
V. di Sambuy
Caro Pietro,
ti ringrazio per la segnalazione e provvedo ad ordinarlo. Ottima la tua iniziativa che spero sia presa d’esempio ed adottata da tanti, per il nobile fine che si propone!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Caro Giacomo,
Il mio libro ha come titolo “Bandiere & Etichetta” e può essere richiesto a:
Club Nautico di Rimini
Piazzale Boscovic 12
47921 Rimini.
Fra l’altro ho destinato un euro e cinquanta su tutti i libri venduti al “Centro Studi Sulla Sicurezza in Mare” denominato:”I Ragazzi del Parsifal”.
Gentilissimo Pietro,
ti ringrazio per questo tuo commento che sottoscrivo immediatamente senza alcun dubbio e l’episodio che hai descritto mi lascia tremendamente amareggiato.
Questa gente da suv deve essere assolutamente riportata nei ranghi ed occorrono leggi più severe, sia per i “suv di terra” che per quelli di “mare”, iniziando magari con l’applicazione di una super tassa legata al tasso di inquinamento che gli sessi emettono, secondo il principio: più inquina il tuo mezzo, maggiore è la supertassa da applicare.. ed allo stesso tuo modo di vedere,in riferimento all’episodio raccontato, non mi sento di far parte di quel popolo di “santi e naviganti”…
Infine, mi farebbe piacere leggere il libretto che hai scritto e ti sarei grato se mi dici il titolo e l’editore, così posso comprarlo.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Caro Sergio e tutti coloro che desidererebbero una maggior cultura nautica,
voglio ricordare che quella che passa per “cultura” è semplice e banale “buona educazione”. La Cultura con la C maiuscola che fa di un semplice terricolo un Marinaio è tutta un’altra cosa. Coloro che hanno letto il mio libretto, fossero Ammiragli o mozzi, hanno confessato candidamente di conoscere meno della metà di quello che avevo scritto.
Ma lasciamo da parte l’uso della bandiera materia specialistica, vorrei narrarvi cosa ho visto qualche anno fà agli Asinelli:
il minuscolo moletto era gremito di barche ed in testata vi erano due piccoli pescherecci slavi. Arrivano due motoscafoni (suv del mare) ed incominciano a cercare di ormeggiarsi la dove erano i due pescherecci… la facccio breve, dopo circa un’ora e mezzo di urli e strepiti e con il pagamento di 100 euro seguiti dalla frase,”ed ora toglietevi dai c…..ni”, i pescherecci se ne sono andati.
Vi posso garantire che non mi sono sentito far parte di quel popolo di: “Santi poeti e navigatori” di cui ciancia la nostra letteratura.
Buona riflessione a tutti.
La parolina magica, quella che manca, che é la chiave di “tutto” é : BUON SENSO.
Si é perso per strada. Tutto il resto viene di conseguenza. Non penso che ci sia da aggiungere altro.
S.A.
Ho letto quanto sopra e vorrei portare anche una mia personale esperienza in questo caso come sub.
Eravamo in Liguria, alcuni anni or sono, nei pressi dello scoglio ferale e assieme ad un amico eravamo in acqua e stavamo preparandoci a scendere.
Avevamo ancorato il gommone e messa in acqua la boetta con bandierina, un’ulteriore bandiera posizionata anche sul gommone.
Ecco cosa succede: una barca con motore fuoribordo di circa 150hp e con a bordo una giovane coppia passa a lento moto a pochi metri dalla nostra boa, tanto vicino che sento le parole di lui che spiega alla ragazza: vedi, quella è una boa che segnala dei sub, bisogna stare a 50 metri.
La domanda che mi sono posto è ovvia, perche pur sapendo come ci si deve comportare lui non ha ritenuto di dover seguire queste regole dettate piu che altro dal buon senso?
Sfondi una porta aperta.
La mia ex compagna che si atteggia a verde, trekking in giro per il mondo, religione del camminare ed altri lavaggi del cervello simili, ha avuto prima un britannico SUV a benzina, (inguidabile in autostrada, il primo sorpasso che ho fatto guidando io è stato uno spavento che ricordo ancora, ma sufficentemente arrampicatore sul “mosso”), poi quasi lo stesso modello ma motore diesel. E altra taratura sospensioni. Macchina rigida e stabile da autostrada a patto però di non superare i 110 km/h altrimenti consumi da benzina.
NB: guidando veloce (ma a codice) con il benzina non si poteva fare fa Modena a Bolzano senza fermarsi per fare rifornimento. Con il Diesel un poco meglio, ottima in autostrada, critica nel mosso, ma la tenuta di strada sulla neve era a dir poco ridicola: testardamente imprecisa e sottosterzante.
Con un vecchio Lancia K con gomme termiche, sullo stesso percorso di montagna, ti muovevi con maggior sicurezza che con il 4 x 4 di cui – onore al merito – ricordo interni in pelle veramente pregevoli. Frenata del SUV pericolosamente inesistente. Da avere paura. Quando li vedo negli specchietti retrovisori ho un pò di apprensione. Lo conosco bene. Ci ho girato l’Europa.
No grazie. se lo conosci lo eviti e soprattutto non lo invidi. Perché macchina così per usarla in città o quasi ? Perchè lei, la mia ex, è piccolina e così vede bene fuori… e sembra più grande.
Io come ben sai bado al sodo, sia sul mare che per strada in auto, anche e soprattutto perché eco per me è ECONOMIA. Motore diesel 2.4 Lancia Lybra : 1100 -1200 km di autonomia con 63 lt di gasolio in serbatoio. Frenata impressionante. Macchina comprata usata, poca spesa, tanta resa. A che servono le macchine: a spostarsi, possibilmente ben climatizzate e sufficentemente silenziose. Il SUV oltre i 110 è come l’elicottero: servono le cuffie… E credimi, in montagna mi piace schiacciare. Dritti vanno tutti…
Comunque guidando dall’alto, come in un camioncino capisci tante cose di cui abbiamo “ciacolato” in precedenza.
Così alla via !
Caro Sergio,
vogliamo parlare di “consumi” e “inquinamento” che producono carene non efficienti e SUV? Mi inviti a nozze e non è generalizzare ma “ragionare” in maniera “green” a favore di tutti compreso… la salute di chi ha comprato un SUV. Per quanto, credo che siamo nell’era molto simile all’America dove, più ho grande la macchina/barca maggiore sarà la mia importanza, spesso potrebbe risultare, a detta di donne, una reale impotenza latente che genera questa tendenza al grande per sopperire a carenze, sia fisiche che mentali di una realtà che è inversamente proporzionale da quello che si “mostra”.
Tornando al dato tecnico, i famosi coefficienti di aerodinamicità, non vengono più elencati tra le caratteristiche di una autovettura, ci sarebbe da fare delle belle scoperte per quanti SUV e affini, hanno un coefficiente altissimo dovuto sia all’aspetto prettamente aerodinamico/strutturale che di impatto frontale dato dalle mastodontiche ruote. Anche l’aspetto “attrito”, ne fanno un oggetto che in determinate condizioni (tipo viaggio in autostrada), consuma N volte in più di una utilitaria a parità di velocità e confort.
Lo stesso in nautica, palazzi che galleggiano su dubbie carene con prue che veramente fanno rabbrividire con profili veramente molto discutibili; idrodinamicamente sono delle offese alla storia dell’evoluzione delle carene, aerodinamicamente… spesso ci si dimentica che per mare, gli elementi principali con i quali si ha a che fare sono due, l’acqua (mare) e l’aria. Per questo motivo, quando vedo che l’opera morta è simile a un palazzo e i tecnici riferiscono che l’imbarcazione raggiunge determinate velocità e rispetta determinati consumi, mi scappa da ridere.
Lo stesso vale per i SUV, fenomeni allo stato puro… gomme larghissime che sono gestite elettronicamente da molteplici sistemi come: ABS, SRS, 4X4 con 3 differenziali e poi… in caso di neve, li vedi fermi o fuori strada o a montar le catene mentre, la signora che non ha nulla di quei sistemi con una piccola utilitaria, senza catene e con una discreta facilità, ti passa di fianco ridendo! Poca differenza in caso di pioggia, l’effetto aquaplaning è tanto maggiore quanto maggiore è la superficie di contatto tra asfalto e ruote; ecco come il SUV è terribilmente pericoloso ma nessuno lo dice.
Generalizzare? Per me, la logica vorrebbe una abolizione di quelle vetture e quelle imbarcazioni che non rispettano determinati coefficienti, bisognerebbe essere più seri nel non concedere omologazioni troppo facili, ridurre gli sprechi o la facilità di concedere qualsiasi cosa, forse permetterebbe anche alla ricerca di proporre carene “evolute”, lo stesso per le auto… 2012? Credo che la prima avvisaglia la si vedrà già a Genova, avrà veramente poco da proporre perché nulla si è visto già a Cannes anche se i comunicati stampa tendono ad essere positivi, chi ci è andato non è della stessa idea. Il settore auto invece, è tempo di rivedere soluzioni più logiche e alternative, il SUV è un qualche cosa di illogico, costi di gestione (vedi gomme), sicurezza, consumi che hanno… non è evoluzione ma una moda di piccoli che vogliono sembrare grandi.
Coraggio? La barca dell’amico è quella più bella, il SUV non lo comprerò mai!!
Alex
Tutto Giusto!
Aggiungo solo che a Corfù, dove mi reco da dieci anni per le ferie, basta farsi un giro al Marina di Gouvia e vedere in banchina yacht italiani con le appendici fracassate e i denti di cane… sul roll bar!
Ogni tanto aiuto nella preparazione qualche amico che deve sostenere gli esami per la patente nautica e dopo i primi cinque minuti sulla proiezione di Mercatore scatta la solita domanda: ma… non conosciamo nessuno per superare l’esame? Questo la dice lunga in merito e la aggiugo alle vostre.
Saluti da Vito.
Caro Alex,
non bisogna mai generalizzare!
Per molti l’ingombrante 4×4 o SUV è una necessità: portare il vitello alla fiera, attraversare le zone desertiche della pianura Padana o della Basilicata. Insomma, il loro uso ed ambito naturale dove la macchina ha sostituito le fatiche dell’uomo ecc.
E’ comunque davvero curioso che i grandi diametri dei cerchi siano però quasi esclusivamente usati per salire sui marciapiedi (nome curioso del trottoire dove trovi ormai biciclette, suv e per fortuna niente quadrupedi da trasporto) per ingaggiarsi sportivamente con i pedoni.
Mai generalizzare, ma la statistica non è a favore… Il tragico è che questi influssi negativi si tramettano anche sull’acqua, sia dolce che salata…
Coraggio, che tutto sta per finire:
2012, vero?
Belle provocazioni… sia a terra che a mare!
A terra… in zone di montagna, tanti hanno i SUV (che io odio profondamente) e anche fuoristrada, 4×4 ma spesso negli ultimi 10 anni, è sempre più frequente vedere suv e fuoristrada fuori dalla sede stradale alle prime nevi/ghiacciate. D’estate, gli stessi che parcheggiano i suv e i fuoristrada nelle marine (spesso male perché hanno di grande solo il suv), salgono a bordo delle loro imbarcazioni e se ne vedono di tutti i colori.
In Croazia, per andare per mare, ci vuole la patente altrimenti non puoi nemmeno affittare un gommone; questa estate ho assistito a scene raccapriccianti, minuti da ridere per quanto grande la barca e eccessivamente “pericolosi” in fase di attracco tra altre barche. Convinto fossero croati, stranieri… mi sono dovuto ricredere, dalle “bestemmie” romanesche, ho capito che si trattava inequivocabilmente di un “branco” di italiani che non sapevano manovrare, lanciare una cima, ormeggiare tra barche.
Ci stupiamo? Non credo proprio, si intensificassero i pattugliamenti anche con dei semplici radar costieri, la velocità è rilevabile, gli strumenti tecnologici non mancano per rilevare se una imbarcazione va troppo forte sotto costa; comprendo d’estate, tanto traffico è parecchio difficile ma una qualche motovedetta ci dovrebbe essere pure in mare o tendenzialmente è una sola mia fantasia?
Alex
Caro Sergio,
senza aggiungere altro, visto che in merito ai suv e certi personaggi che li conducono e che poi disgraziatamente si pongono anche ai comandi di barche veloci, condivido assolutamente quanto affermi. Ho avuto modo disgraziatamente di constatare che sono maleducati, aggressivi, prepotenti ed ignoranti e questi ultimi due aspetti sono quelli che preoccupano più di tutti gli altri… ed è giusto affermare che quella gentaglia è irrecuperabile, ma le istituzioni fanno poco o nulla per contenere o meglio azzerare definitivamente questo orribile mal costume…
La quinta colonna…. servirebbe certamente e potrebbe essere molto efficace!!
Riguardo recenti incidenti mare / laghi, è banale dirlo, ma è cultura che manca!
Ci sono utenti che ponendosi alla guida dei SUV parcheggiano sul marciapiede, ma che non salirà mai per un sentiero sterrato perchè fortunatamente non ci andranno mai… improvvisamente passano al mezzo nautico a motore iperpotente, girano la chiavetta, non allacciano lo stacco motore e partono bruciando in pochi minuti una quantità di carburante che un mezzo normale consuma in una settimana d’uso.
Che dire? Sono irrecuperabili!
Forse rendere glamour, andare piano, gustarsi la navigazione, il paesaggio potrebbe aiutare… Ma occorrono servizi su riviste d’altro genere. So che esistono…
Chi si offre a fare da quinta colonna ?
Bella provocazione, vero?
Sergio Abrami
Ringraziamo molto Paolo Rerrarese per il suo commento che condivido assolutamente ed anzi aggiungo un esempio dell’ultimo minuto.
Ieri con la mia famiglia ero vicino a Marina di Camerota nei pressi di Torre dell’Isola dove vi sono alcuni lidi e spiagge belle e caratteristiche del posto. A meno di cento metri dalla riva varie boe arancioni che segnalano la zona inibita a barche e natanti di passaggio ed a tutela dei bagnanti, ma a circa 350 metri dalla riva ho visto sfrecciare a velocità sostenute prossime ai 35 nodi, che ho stimato in base alla mia semplice esperienza personale ed avendo la macchina fotografica stavo per scattare foto da consegnare immediatamente alla G.C. di Marina di Camerota (SA), affinché potesse intervenire, prove alla mano, per sanzionare i trasgressori immortalati tra foto e video, in flagranza di violazione delle leggi della navigazione…
Poi dopo un attimo ho desistito, per motivi ovvi che ometto di descrivere… Il problema è che questi signori che vanno per mare a velocità spesso elevate ed a volte folli sotto costa, non sanno di quali pericoli rischiamo sia gli ignari bagnanti, sia loro spessi e le persone che portano a bordo nelle loro unità. Il problema è che manca la cultura ed il senso del rispetto per la propria vita e per quella degli altri e la G.C. dovrebbe essere più drastica ed incisiva nell’intervenire “duramente” contro questo tipo di trasgressori pericolosissimi ai quali, a seconda della gravità delle violazioni commesse e nei casi più gravi ed inoppugnabili, potrebbero procedere con il sequestro del mezzo, il ritiro immediato della patente e l’apertura di un procedimento penale, per tentato omicidio, in seguito condotta pericolosa di mezzi naviganti.
Credo che una sanzione simile indurrebbe molti a riflettere prima di commettere “cazzate” che potrebbero arrecare guai seri alla loro vita, soprattutto evitando che si commettano “omicidi” colposi, che invece in questi casi devono essere considerati come “omicidio volontario”.
In conclusione, il legislatore è assente in merito e le tante sciagure che sono accadute in mare questa estate lo dimostrano. Speriamo che quanto accaduto sia di esempio e che si provveda bene in merito, scongiurando il ripetersi di drammatici eventi che trasformano una giornata da trascorrere in allegria e spensieratezza in una tragedia.
G.V.
Comandante,
il suo articolo è pienamente centrato. Si deve fare qualcosa di più. La Guardia Costiera deve pattugliare i punti di maggiore transito, come ho visto fare in Grecia, fermare chi evidentemente lascia profondi “solchi” nel mare a poche decine di metri dalla costa.
Deve anche, a mio parere, verificare con scrupolo le dotazioni di sicurezza e solo quelle, evitando la ricerca cavilli burocratici per elevare comunque pesanti verbali. C’è chi è stato multato per avere un VHF non registrato a bordo di un piccolo gommone.
Questi aspetti amministrativi siano controllati dalla Guardia di Finanza.