Erik Pascoli: Addio.
di Brunello Acampora
Siamo a Napoli nel 1984 o 85; sullo sfondo il Rondetto II, la barca a vela di alluminio di Erik, in avaria per la rottura del timone.
Al centro c’è Marina, la fantastica moglie di Erik e quello a destra sono io, a diciotto anni. Avevo appena conosciuto questa simpaticissima coppia e ci adottammo a vicenda.
Volevo progettare barche a motore veloci ed il mio idolo era Levi, vivevo praticamente sul Drago Italcraft di mio Padre e, sebbene provassi simpatia per Erik, all’epoca consideravo i velisti una specie di animale esotico.
Una sera a cena, in una bettola del porto, mi disse:
[quote]E allora tu vorresti progettare barche a motore, eh? Beh, un mio amico è uno dei più bravi progettisti al mondo di questi siluri.[/quote]Non mi smossi più di tanto, immaginavo mi tirasse fuori qualche nome sconosciuto, dopotutto lui era ‘un velista’.
[quote]E come si chiama, questo tuo amico, Erik?[/quote]chiesi fingendo interesse.
[quote]Sonny Levi ed è il numero uno, sai.[/quote]Lì per lì ci rimasi di stucco, ma poi mi convinsi che a tavola qualcuno avesse organizzato lo scherzo con Erik:
[quote]Ma dai, Pascoli, mi state prendendo per il naso! Che ne sai tu di Levi! Ma figurati![/quote]“Senti” mi disse con voce seria e guardandomi dritto negli occhi:
[quote]Io sono torinese di nascita, conosco Carlo Sereno (il fondatore della Stain) e conosco bene Sonny Levi; anzi, ho in valigia una maglietta che ti devo regalare, quella del Drago della Italcraft. Se vuoi lo chiamo e te lo presento.[/quote]Quell’anno a Genova io ci andai per incontrare Sonny, per il quale provavo più ammirazione di quella che un sessantottino potesse avere per Che Guevara e grazie anche all’aiuto di Erik, ci riuscii; la maglietta la conservo ancora e con Erik e Marina nacque un’amicizia lunga ed indissolubile, un sentimento veramente forte.
Aver conosciuto Erik è una delle cose preziose della mia vita ed ora capisco ancora di più quanto gli volessi bene: grazie, Comandante.
Tuo,
Brunello.
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