PartenoCraft Synthesis Pelleas
Iscritta nel Registro Storico delle Carene Levi, PartenoCraft Synthesis Pelleas è registrata al n.19/2008 nella sezione Barche da Diporto, questa barca è in ottimo stato. Tenuta da amatore è stata acquistata dal Conte di Valleverde che dopo qualche anno l’ha ceduta ad uno degli amministratori che gestiscono gli hotel ed il casinò di Montecarlo.
Barca classica PartenoCraft Synthesis Pelleas
Una cosa simpatica da ricordare è che dal suo arrivo a Montecarlo la barca ha sempre avuto lo stesso marinaio, Alfredo, che prima era imbarcato sul Cristina di Onassis e che trascorreva a bordo tutti i giorni diverse ore per curarla…
Nel 2000 i motori che aveva a bordo, una coppia di Aifo da 250 HP, sono stati sostituiti con una coppia di motori moderni, gli Yanmar da 230 HP ciascuno.
Al link di seguito indicato potete trovare tutte le indicazioni storico costruttive di questa unità: Barca Synthesis cantiere Partenocraft Napoli – progetto Renato Sonny Levi
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Cantiere: Partenocraft
- Modello: Synthesis
- Materiale di costruzione per carena e sovrastrutture: mogano lamellare
- Lunghezza f.t.: 10,50
- Larghezza f.t.: 3.30
- Stazza lorda: 11,53 t.
- Anno di costruzione: 1968
- Motori: Yanmar 2 x 230 HP – Potenza totale 460 HP sostituiti nel 2000
Caro Paolo,
ti ringrazio doppiamente, sia per il tuo commento che per avermi segnalato qualche anno fa questa bellissima carena Levi, permettendoci di contattare il suo attuale armatore ed iscrivendola nel Registro Storico delle Carene Levi. Insomma un ritrovamento dovuto proprio a te.
Oggi questa barca è in vendita e faremo di tutto per trovarle un armatore che la sappia curare come merita essendo, oltre ad una bella signora fine anni sessanta, un’opera d’arte firmata “Renato Sonny Levi”.
Conosci bene il mio pensiero in merito alle barche d’epoca e non per fare polemiche inutili e sterili, ma per molti anni queste stupende realizzazioni del noto progettista Levi non sono state valorizzate perché lui si limitava a disegnarle seguendo i cantieri durante la loro costruzione, scegliendo i legni con cui dovevano essere realizzate e tutto quello che ne conseguiva secondo sue preferenze tecniche precise e determinate anche dai risultati che otteneva nella fantastiche e spettacolari gare offshore degli anni 60′, 70′ ed oltre, tra cui ricordo la più bella e famosa di tutte, la “Cowes Torquay”, che quest’anno rivivrà ancora una volta come evento storico e con la partecipazione di barche di quegli anni appena detti.
“Sonny” Levi si è sempre preoccupato moltissimo della realizzazione delle sue barche che controllava personalmente durante la costruzione, ma, non essendovi una regia strategica ai fini commerciali così come lo fu per i noti Riva, un destino commerciale ed ingiusto dal punto di vista tecnico, ha reso mito quello che nella realtà tecnica non è, mentre le carene Levi sono e restano dei veri capolavori e se consideriamo il numero veramente limitatissimo, a volte esemplari unici, costruiti, ci troviamo di fronte a vere rarità.
D’altra parte è sufficiente fare una semplice considerazione i famosi Riva sono stati costruiti in circa 3500 esemplari suddivisi per i vari modelli e per un “Superaquarama” in ottime condizioni il valore creato dal mercato speculativo è fuori da ogni giusta misura e da ogni logica realtà.
Insomma il “marketing galeotto” dei bravissimi manager di turno di questa blasonata serie di barche più conosciute al mondo, ha “pompato” queste “barche fenomeno” creando un “mito mascalzone” perché sappiamo tutti che il suo disegno di carena è adatto ad acque quiete, ma in caso di mare formato o di poppa la navigazione diventa difficoltosa.
A questo proposito vorrei raccontare un episodio accaduto verso la fine degli anni 60′ nel Golfo di Napoli.
“Un noto professionista napoletano partiva da Napoli, porto di Mergellina tutti i fine settimana per recarsi a Capri con il suo Riva Aquarama, ma quando la domenica sera rientrava a Napoli con il maestrale di poppa, la sua navigazione si trasformava in un incubo ed arrivava a Napoli con la camicia sempre bagnata sulle spalle, imbarcando anche una discreta quantità di acqua di mare…
Stufo di questa situazione, dopo l’ennesima doccia serale e domenicale, si recò dalla notissima concessionaria napoletana della Fiat, Dotoli di Mergellina, che negli anni 60′ – 70′ vendeva anche le barche prodotte dalla Canav Navaltecnica di Anzio, dicendo loro: voglio acquistare una barca che con il vento in poppa e mare formato non mi faccia bagnare come un pulcino… Insomma dopo aver dato in permuta il suo Riva, acquistò una Carena Levi, che usò per moltissimi anni, con grande soddisfazione, fino a quando per ovvi limiti di età smise di navigare.
Una Speranzella nel 1966 costava 26.500.000 lire. Un Riva Aquarama costava 15.500.000.
Oggi un Riva Aquarama, nei vari modelli, sul mercato speculativo di queste unità si paga anche oltre 400.000€… qualcuno mi spiega il perché?… Non mi aspetto nessuna spiegazione, specialmente da chi tira le fila di questa supervalutazione sconsiderata di un mito fittizio che dal punta di vista ebanistico è molto bello a vedersi, non c’è il minimo dubbio, ma in navigazione con mare formato e di poppa…
Insomma chi vuol pagare quelle cifre richieste dal mercato speculativo che si muove intorno a queste barche, faccia pure, ma a mio modo di vedere è un grave errore, perché ci sono altre barche bellissime, come le Carene Levi e non solo, che sono superiori in tutto e navigano con ogni tipo di mare ed in grande sicurezza… permettendo ai loro armatori di distinguersi, suscitando l’interesse di tante persone, che quando ormeggiate nei porti che hanno la fortuna di ospitarle, si fermano a guardarle affascinate incuriosite, meravigliate…
Per chi non lo ha ancora capito, anche le “Carene Levi” sono un mito e lo dimostrano i fatti, sia nella tecnica costruttiva, nel disegno ingegneristico e soprattutto in navigazione affrontata con ogni condizione di mare ed in grande sicurezza per un semplice motivo: perché “Sonny” Levi applicava scelte tecniche e modifiche provenienti dalle esperienze acquisite e vissute sui campi delle gare offshore alle quali partecipava con le sue creazioni.
Un caro saluto Paolo e continua a seguirci e visto che sei anche tu possessore di un capolavoro di Levi. Prossimamente troverai in Altomareblu una piacevole sorpresa che sono sicuro apprezzerai molto.
Giacomo
Bella questa barca,
la conosco per averla vista molte volte al molo di poppa ai mega yacht al porto di Montecalo. Quando arrivi dalla strada del circuito vicino alle curve delle piscine, la vedi subito perchè le sue linee sono inconfondibili, la prua molto curva in avanti e i pattini che la rendono aggressiva e accentuano la profondità della carena,tipiche delle barche di Levi. E’ li da sempre, credo che abbia navigato molto poco, l’ho incrociata una sola volta e mi ha suscitato molta emozione, ma non sono riuscito ad accostare.
Dalle foto mi sembra molto più splenedente di quanto l’avevo vista un anno fa, credo che ripasserò a vederla prossimamente.
Paolo