Parco Nazionale dell’Asinara
di Vittorio di Sambuy
Se il Parco de La Maddalena è gestito male quello dell’Asinara lo è ancora peggio.
All’Asinara ci sono stato la prima volta 50 anni fa, quando, ridossatomi da un fortunale da NW, sono sceso a terra clandestinamente ed ho intervistato un simpaticissimo ergastolano che aveva soltanto ucciso la moglie (ma questa è un’altra storia).
All’Asinara sono tornato altre volte e sempre mi sono stupito della fama ingiustificata che gode: è infatti una delle meno belle fra le isole sarde, con solo alcune spiagge, si e no il 5% del periplo costiero, con pochi o nessun motivo per sceglierla come riserva naturale. Invero, comprese nella zona A (riserva integrale con divieto di accesso, ormeggio e balneazione), esistono alcune cale assai attraenti e ben ridossate dove purtroppo non si può andare, vizio comune a questa e altre aree marine protette e non usufruibili. Da notare che sulla costa SE la zona B si estende fino a 2 miglia dalla costa (SIC!!).
Ad eccezione del piccolo paese di Cala Oliva le rimanenti costruzioni dell’isola, a Cala Reale e ai Fornelli risalgono al penitenziario ora dismesso. La maggior parte sono diroccate e francamente assai brutte, alcune sono invece state recuperate in funzione turistica.
Ad esempio la “palazzina reale” di Cala Reale, adibita a foresteria del parco, dove alloggiano dirigenti, alcuni guardiani, tre marinai della Guardia Costiera eccetera, è stato (malamente) restaurato per utilizzarlo anche come albergo. Alla dubbia correttezza di questo parziale utilizzo, usufruirne è assolutamente sconsigliabile data l’inesistenza di qualsiasi servizio se non altro perché quello della prima colazione (svolto in un edificio separato) dovrebbe incominciare alle nove del mattino ma spesso fino alle 9:30 il locale è chiuso.
All’Asinara si arriva con un traghetto che d’estate opera con più corse al giorno in partenza da Porto Torres. Manca invece un servizio pubblico tra Stintino e Fornelli, ad eccezione di due sole corse per sbarcarvi i turisti “mordi e fuggi” e bagnanti giornalieri.
Le strutture nautiche recentemente inaugurate a Cala Reale, a Fornelli, a Cala d’Olivo, Punta Trabuccato e Cala del Bianco sono 5 campi boe costituiti da 63 corpi morti con relativo gavitello d’ormeggio a disposizione delle imbarcazioni in transito (tariffa 4 Euro/metro/giorno – sconto 25% per i velieri).
Gravoso ma irrazionale il divieto di mettere in moto il motore fuoribordo del tender, che teoricamente andrebbe azionato esclusivamente a remi. I gavitelli più decentrati sono però a mezzo miglio dal molo d’attracco e quando imperversa il Mistral il motore diventa indispensabile.
Ve lo immaginate il bilancio annuale di strutture del genere (posa, manutenzione, sorveglianza, gestione ecc.) utilizzate per meno di due mesi all’anno dalle, certamente non molte, imbarcazioni di passaggio che, soprattutto a Cala Reale, trovano ben poco di sufficientemente attraente per giustificare una sosta?
Quanto alle spiagge, esse sono irraggiungibili perché via mare non ci si può avvicinare a meno di 350 metri per fermarsi e darvi fondo. Quanto alle menzionate boe e altre amenità, esse non sono a carico del Parco ma la (Regione o Provincia?) ha finanziato un’apposita società, la Cormorano Marina srl, che peraltro sfrutta le strutture demaniali.
In conclusione, a prescindere dallo sperpero di danaro pubblico per iniziative discutibili, quelle del Parco de l’Asinara appaiono a tutti gli effetti, non essendovi alcunché da preservare, come un ente inutile. Se il Ministro Prestigiacomo deve “tagliare” sui costi del suo dicastero, quella di cancellare completamente il Parco Nazionale dell’Asinara dalle aree protette di sua competenza, sarebbe un’occasione imperdibile. E da ripetere in altri parchi nazionali.
VdS
Non posso che concordare.
Se hai poi occasione di visitare l’ Amp Sinis – Mal di Ventre.. avresti altro materiale da scrivere…
Ad integrazione di quest’articolo:
Ordinanza n° 40/2010 – Golfo Aranci (.pdf)