Modellismo GdF – costruzione m/v V2000
di Giacomo Vitale
L’idea di realizzare il modello della motovedetta V2000 nasce dopo l’entusiasmante partecipazione di Roberto Mancini alle gare nautiche della GdF, svoltesi come consuetudine a Gaeta nello specchio di mare antistante la Scuola Nautica del Corpo, del 2012 e dalla promessa fatta al Colonnello Marcello Marzocca di realizzare un modello navigante di un’altra motovedetta in forza alla relativa Scuola Nautica.
Ordinati e ricevuti i piani dalla ANB di Bologna si è purtroppo accorto che erano mancanti della rappresentazione grafica di chiglia ed ordinate, cosa che fece presente rivolgendosi al Col. Marzocca che gentilmente incaricò il M.llo Patrizio Avolio, di aiutarlo in tal senso, permettendo di costruire il modello in scala con la dovuta fedeltà.
Propulsione ad idrogetti
Una particolarità della motovedetta V2000 e quindi anche del modello è nella propulsione che non è realizzata con eliche tradizionali, ma con idrogetti. Dopo aver assemblato l’opera viva e l’opera morta, ha istallato con opportuni adattamenti i due idrogetti della casa tedesca KMB.
Successivamente è stata curata la fase di stuccatura e verniciatura, oltre alla realizzazione dell’armamento di bordo, dopo aver fotografato dal vero tutto quello che doveva riprodurre. In questa raccolta di foto il modellista Roberto Mancini ha ricevuto il prezioso aiuto del M.llo Verdiraimo Salvatore che ha anche realizzato un bellissimo modello statico della V2014, esposto nel corso delle manifestazioni del 2012 e 2013.
Durante le fasi di costruzione di tutti i particolari del modello sono state eseguite prove in acqua per ottenere il corretto bilanciamento idrodinamico del modello, costringendolo a fare molti spostamenti dei pesi, fino a raggiungere un corretto assetto di navigazione paragonabile a quello della motovedetta vera. Nella costruzione dei modelli naviganti veloci di imbarcazioni non è un obiettivo tanto semplice da realizzare.
La foto sopra è di una vera V2000 in navigazione, mentre la foto sotto ritrae il modello, ancora non rifinito (da notare l’assenza delle battagliole, delle antenne, delle bandiere ecc.) ma con un assetto in planata esattamente come l’unità vera.
Per inciso, il modello ha dodici funzioni azionabili tramite radiocomando oltre alle classiche marcia avanti-indietro, timone dx e sx, ha anche:
- apertura separata delle tegole degli idrogetti per la retromarcia
- accensione spie cruscotto in sequenza: rossa, gialla, verde
- accensione luci di navigazione
- accensione faro ricerca
- azionamento radar
- apertura passi d’uomo prua
- sirena
- lampeggiante
- visore della cartografia digitale, con schermo da 1,1 pollici !!
Alcune note di realizzazione dello scafo
La chiglia è stata realizzata con multistrati da 10 mm, mentre le ordinate sono state ricavate da compensato di pioppo da 4 mm. La prua è stata costruita mediante l’utilizzo di blocchetti di balsa sovrapposti e sagomati all’occorrenza. Le murate dello scafo ed il fondo sono in compensato di betulla da 0,8 mm, mentre le ordinate ed i bagli sono in listello di tiglio a sezione quadrata da 5×5 mm opportunamente curvati con il sistema ad acqua calda.
Tutti i pezzi sono stati incollati con resina epossidica bi componente, del tipo 6 minuti, della Great Planes. Per assicurare una buona tenuta all’acqua e garantire maggiore rigidità alla costruzione, lo scafo è stato poi rivestito esternamente con due strati di tessuto di vetro da 142 grammi saturati in resina epossidica della Jamara (rapporto resina/catalizzatore 100:23), mentre all’ interno è stata data solamente una mano di resina senza lana di vetro.
A completa catalizzazione è iniziata la carteggiatura e stuccatura dello scafo mediante stucco bicomponente dato su primer spray di due colori diversi ed alternati.
Tutto il lavoro di stuccatura e carteggiatura è stato fatto con luce radente, per evidenziare anche le più piccole imperfezioni. Vedere la foto del modello trattato con primer grigio scuro e stuccato con stucco bianco.
Per avere un’idea del lavoro, per ottenere una superficie pronta per ricevere la verniciatura ci son volute otto mani di primer con relative stuccature e carteggiature. Ottenuta una superficie accettabile, sono state date tre mani di vernice alla nitro con carteggiatura tra una mano e l’altra.
A vernice perfettamente asciutta si è provveduto a lucidare lo scafo con crema rosa da carrozzieri.
Appena terminato il lavoro l’aspetto delle superfici del modello è a specchio.
Però, essendo un modello dinamico, tra il trasporto, la navigazione e gli immancabili urti, la verniciatura in breve tempo si rovina un po’ ed i piccoli ritocchi che si eseguono hanno il difetto di essere visibili. Nella seconda foto si può notare la lucentezza ed il riflesso della superficie con una luce laterale.
Gli idrogetti non hanno richiesto particolari difficoltà nel montaggio salvo la necessità di costruire al tornio le flange di supporto dei motori, in quanto gli idrogetti erano previsti per alloggiare dei motori della stessa casa che non piacevano al modellista, che ha preferito istallare i motori Graupner Speed 600 race.
Il montaggio degli idrogetti è stato effettuato incollando sul fondo dello scafo con bi componente la presa d’acqua, serrando con opportune flange, anche esse costruite al tornio, l’uscita del flusso allo specchio di poppa..
Per completare le informazioni sulla V2000, gli idrogetti sono azionati da due motori Graupner Speed 600 race in parallelo, controllati da un regolatore Fusion da 280A, alimentato da una batteria LiPo 3S (11,5 volt) da 32000 mA e bilanciatore Robbe. Il bilanciatore si è reso necessario in quanto il regolatore non è tarato per la batteria Lipo e non ha il cut-off alla diminuzione del voltaggio.
Le foto pubblicate nel presente articolo sono di Roberto Mancini.
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