Poesie e racconti di mare
Chi abbia avuto occasione di nuotare sotto la pioggia conosce la strana impressione di stare all’asciutto sotto la superficie e il timore di uscire per non bagnarsi. Un sommozzatore, a guardare in su quando piove, scorge un’infinità di mobili minuscoli spilli che traforano l’acqua. L’acqua dolce, lentamente mischiandosi all’acqua salata del mare, crea una zona di distorsione ottica nello strato superficiale, come raggi di calore dondolanti sulla terra arroventata.
Nelle acque sotto costa, durante gli acquazzoni, abbiamo notato una straordinaria agitazione tra i pesci. Vanno matti per la pioggia. Quando cade, i più piccoli sfrecciano in tutte le direzioni e dal fondo escono saraghi solitari che si arrampicano e si tuffano, descrivendo incredibili acrobazie. Muggini e branzini volteggiano freneticamente sotto l’ebollizione della pioggia. Stanno ritti sulla coda con la bocca aperta, quasi per succhiare l’acqua dolce. Le giornate di pioggia in mare sono giorni di festa.
Jacques Yves Cousteau
Articoli in Evidenza:La più misteriosa barca del mondo di Antonio SoccolNel 2465 a.C. (e quindi circa quattromilacinquecento anni or sono) secondo i testi sacri della RELIGIONE CATTOLICA, un uomo avrebbe iniziato a costruire, con l’aiuto di parenti, amici e artigiani pagati, quella che sarebbe poi diventata la barca più famosa del mondo: Noah’s Ark (in inglese), Arche de Noè (in francese), Tevat Noach (in ebraico), Safinet Nouh (in arabo), die Arche des Noah (in alto tedesco), Arca de Noè |
Lo scafo consunto e verdiccio
della vecchia feluca
riposa sul lido…
sembra la vela mozzata
che sogni ancora nel sole e nel mare.
Il mare ribolle e canta…
Il mare é un sogno sonoro
sotto il sole d’aprile.
Il mare ribolle e ride
con le onde turchine e spume di latte e argento,
il mare ribolle e ride
sotto il cielo
turchino.
Il mare lattescente,
il mare riluttante,
che risa azzurre ride sulle sue cetre d’argento….
Ribolle e ride il mare!…
L’aria pare che dorma incantata
nella fulgida nebbia del sole bianchiccio.
Palpita il gabbiano nell’aria assopita e al tardo
sonnolento volare, si spicca e si perde nella foschia del sole.
Antonio Machado, 1917
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