Aquiloni di Vittorio di Sambuy
Come per diverse altre invenzioni ai cinesi, ne vengono attribuite molte connesse alla navigazione e all’arte navale. Ricordiamo la bussola, le vele di taglio steccate, le immense giunche che nel XV secolo avrebbero addirittura, secondo alcuni autori, circumnavigato il globo prima di Antonio Pigafetta e non ultima la capacità di misurare con precisione la longitudine come dimostrerebbero alcune antiche carte della costa orientale dell’Africa.
Fra le altre invenzioni ci sarebbe stato, già 3000 anni fa, anche l’aquilone la cui applicazione alla navigazione è però diventata possibile solo ora, grazie ai cavi tessili ad alta resistenza ed al governo computerizzato dell’aquilone stesso.
Come ben evidenziato dal recentissimo saggio di Thomas Friedman “Caldo, piatto e affollato” (Mondadori 2009), l’avvenire dell’umanità sarà pesantemente condizionato dalla disponibilità di energia. Per far fronte al futuro aumento della popolazione mondiale si dovranno sfruttare tutte quelle disponibili, in primis le rinnovabili.
L’energia eolica è assai promettente soprattutto in campo navale.
Chi scrive ha condotto tempo fa delle prove per trainare zattere di salvataggio autogonfiabili mediante aquiloni (operazione Medusa 2000 svolta a Punta Ala dalla rivista Barche).
La propulsione ausiliaria mediante aquilone di navi mercantili è stata praticamente risolta dall’ingegnere tedesco Peter Wage che lavora al progetto da nove anni svolgendo prima prove in vasca ad Amburgo e poi su un modello di 2 tonnellate anche in mare aperto. Nel 2005 aquiloni da 40 metri quadrati sono stati usati sul M/Y Jan Luiken da 18 tonnellate sia per ottimizzarne la forma, che riprende i profili delle ali di aereo, sia per la messa a punto e l’automatizzazione mediante computer delle manovre di governo e quelle, assai delicate, di lancio e successivo recupero a bordo per evitare che caschi in acqua. I risultati, assai soddisfacenti, hanno consentito l’impiego pratico di aquiloni da 160 metri quadrati sui mercantili Michael A. e Beluga della SkySails Shipping Co. che hanno completato nel 2007 i collaudi del sistema navigando su rotte commerciali.
Va ricordato che prima dell’avvento della propulsione a vapore, le navi hanno navigato a vela da tempi immemorabili e poi conquistato il mondo sfruttando abilmente i venti sinottici. I galeoni spagnoli hanno trasportato con regolarità nel XV e XVI secolo ricche merci attraverso l’Atlantico seguendo rotte verso ponente sospinte dagli alisei di Nordest, scendendo fino all’altezza del tropico e ritornando verso l’Europa in favore dei venti occidentali oltre ai 35° di latitudine Nord.
Analoghe situazioni esistono nel Pacifico e nell’oceano Indiano con i monsoni.
Ne consegue che il sistema SkySail offre interessanti prospettive di risparmio energetico tenendo conto che sebbene il massimo dell’efficienza si ottenga sulle andature portanti tra 120° e 140°, l’aquilone permette di sfruttare la spinta del vento fino a 50° di bolina. Variando l’angolo di attacco, vale a dire spingendo l’aquilone a quote maggiori (da 100 a 300 metri) la forza del vento aumenta considerevolmente (da 10 metri a 200 metri può raddoppiare) e con l’aquilone di 160 mq. si sono misurate forze di trazione fino a 8 tonnellate (paragonabili cioè a un turbogetto dell’Airbus A318). Navigando a vela e motore si sono riscontrati risparmi energetici compresi, su base annua, dal 10 al 35%, il che comporta anche una considerevole riduzione delle emissioni inquinanti.
A differenza delle vele tradizionali l’aquilone non induce sbandamento sensibile dello scafo.
Quantunque gli armatori siano molto tradizionalisti, un sistema che riprende le più antiche tradizioni navali dovrebbe convincerli a utilizzare SkySail soprattutto in considerazione dei risparmi che su determinate rotte potrebbero rivelarsi decisivi.
Maggiori dettagli su
www.beluga-group.com
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