Il Cantiere Lugaresi scuola per maestri d’ascia
di Cristian Scagnelli
La straordinaria esperienza nata agli inizi degli anni ‘50 da “Beppe” Lugaresi. Con lui si sono formati alcuni giovani bellariesi che in seguito hanno fondato importanti cantieri.
Nel numero precedente ci siamo occupati di un “megayacht” ispirato ad una barca nata e sviluppata a Bellaria Igea Marina nei primi anni 70. Ma la storia della motonautica a Bellaria comincia molto prima.
Cagnona, inizi degli anni ’50: Giuseppe Lugaresi, detto “Beppe”, dottore in Economia e commercio, decide di dedicarsi alla sua grande passione, la costruzione di piccole barche a vela e poi a motore. Il piccolo cantiere ricavato sotto il palco del cinema alle spalle di piazza Marcianò, accanto alla villa in stile liberty perfettamente conservata, è stato uno dei primi cantieri in Italia a costruire piccole barche in legno, utilizzando per primo il compensato marino, più leggero e resistente del normale fasciame impiegato in quel tempo.
La “squadra” capitanata da Lugaresi era formata da sei o sette uomini al massimo. Sfornavano anche due barche a settimana, che venivano consegnate da Lugaresi in persona caricando i piccoli gioielli in legno sul tetto della sua Fiat Multipla. Nel cantiere Lugaresi si sono formati diversi “ragazzi”, ora settantenni, alcuni dei quali hanno fondato importanti cantieri ancora esistenti.
Abbiamo incontrato alcuni di questi personaggi e altri ne incontreremo in questo splendido viaggio nella motonautica bellariese. Giancarlo Dellapasqua lavorava a Savignano come falegname creando mobili e arredamenti ma anche casse mortuarie. Nel 1955 inizia la sua attività nel cantiere bellariese per 850 lire al giorno. Dopo tre anni- il minimo per diventare maestro d’ascia – decide, insieme ad un altro operaio di Lugaresi, Ambrogio Carnevali, di fondare quello che diventerà uno dei più importanti cantieri in Italia, meglio conosciuto con il marchio “Dc”.
Nella foto davanti al Cantiere Lugaresi (1957), da destra: Quinto Mussoni, Giancarlo Dellapasqua, Giorgio Morri detto “Giorgione”, il cavalier Giuseppe Lugaresi, Ireneo Acquaviva, Ambrogio Carnevali e Giorgio Acquaviva.
Dellapasqua ricorda esattamente la vita al cantiere Lugaresi che coniugava il divertimento sulla spiaggia al lavoro duro per consegnare le barche in tempo. All’epoca una barca veniva venduta a circa 70/80 mila lire e riscuoteva notevole successo soprattutto alle esposizioni, la più importante quella di Milano, dove Lugaresi esponeva i suoi “pezzi” già nel 1956, anni in cui i cantieri si contavano sulle dita di una mano.
Altri maestri d’ascia cresciuti nel cantiere Lugaresi furono i fratelli Giorgio e Ireneo Acquaviva che fondarono a Bellaria l’omonimo cantiere, Giorgio e Davide Morri tuttora costruttori di imbarcazioni da pesca nella nostra città, e tanti altri giovani. Tra questi giovani abbiamo intervistato Quinto Mussoni, classe 1939. Ha una memoria nitidissima della prima barca costruita per Elio Marconi (vicino di casa di Lugaresi) e anche di tante storie particolari che lo legano al prestigioso cantiere.
“La falegnameria del cantiere era stata allestita proprio sotto il palco del cinema e molto spesso capitava che gli orari di lavoro si accavallassero con le proiezioni. Accadeva così che il gestore del cinema, Zignani, si mettesse a picchiare sul pavimento del palco: era il segnale che la proiezione iniziava e occorreva fermare i lavori per non fare rumore”, ricorda Mussoni. Si lavorava otto ore al giorno e d’estate era difficile resistere alla tentazione del mare e allora si faceva un patto: “Per un’ora al mare ma poi tutti a lavorare.”
Mussoni lascia il cantiere nel 1964 mettendosi in proprio con i fratelli Acquaviva. E scavando nella sua storia scopro con piacere che Quinto è stato il carpentiere che ha “scolpito” il legno creando l’Arcidiavolo 1 (nelle foto del numero scorso) e l’Arcidiavolo 2, leggermente diverso dal primo, diventando poi il navigatore di “Shot”, il gemello di Arcidiavolo in lega di alluminio.
Da sinistra, in banchina Giuliano Zannoni, meccanico ufficiale di Arcidiavolo e Shot, elettrauto; Quinto Mussoni, Giorgio Acquaviva raccoglie le cime, Antonio Soccol mentre scende a poppa e Giorgio Tognelli leggermente coperto esce dal posto di pilotaggio.
Le due storie, quella del glorioso cantiere Lugaresi e quella dell’Arcidiavolo e degli splendidi anni ruggenti dell’offshore, si fondono e si intrecciano dando vita a fatti che hanno reso celebre Bellaria Igea Marina in mezzo mondo e che purtroppo la nostra città ha dimenticato. Continueremo a raccontarli sul prossimo numero…
Articolo apparso nel giornale Il Nuovo di gennaio 2008 e qui riproddoto per g.c. dell’autore.
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