Diario di un fascista alla corte di Gerusalemme (sesta puntata)
22 OTTOBRE 1992 ANNIVERSARIO DELL’AZIONE DI GAZA
Passa il tempo… e arriviamo al 1992 che inizia malissimo, dovendo io soffrire la perdita di mia moglie e poi la solitudine… triste, tristissima.
Poi in ottobre nell’anniversario dell’Azione di Gaza, alla concessione del Titolo di “Comandante ad honorem” della 13a Flottiglia d’Assalto (Commando), della Marina d’Israele, di cui vado immensamente orgoglioso, e di cui sono immensamente grato all’Ammiraglio Ami Ayalon (Comandante in Capo della Marina Militare d’Israele, al mio carissimo “Fratello minore” Ammiraglio Yohay Ben Nun ed a tutti gli amici di laggiù.
Di seguito riportiamo, tradotti in italiano, le parti salienti dei discorsi in ebraico dei principali oratori, ed in inglese quello di Capriotti:
ALLOCUZIONE DELL’AMMIRAGLIO YOHAY BEN NUN
Nel febbraio 1948, l’appena nata Marina Militare d’Israele, inviò il Capitano della Marina Mercantile Zeev Hajam, alla ricerca di navi ovunque potesse trovarle.
Al suo arrivo in Milano egli incontrò un suo parente, il signor Ephraim Ilin, un uomo d’affari israeliano, operante in Europa.
A mezzo di Ilin fu stabilito un contatto con l’ing. Guido Cattaneo, proprietario della Cabi Cattaneo, il cantiere che aveva progettato e costruito i mezzi esplosivi che erano stati usati dalla Marina Italiana durante la II Guerra Mondiale.
Nel retro del cantiere, un certo numero di questi mezzi giacevano ad essiccarsi al sole.
Fu firmato un accordo per sei di questi mezzi che furono revisionati, completati e dopo il collaudo furono imballati e spediti in Israele.
Insieme con i mezzi, un istruttore italiano fu pure impacchettato e spedito: Fiorenzo Capriotti, un combattente della famosa Xa flottiglia, che applicando una forma di guerra non convenzionale, inflisse agli inglesi gravi perdite a Gibilterra, Alessandria, Baia di Suda nel Mar Nero.
Sinistra: Capriotti, l’Amm. Ami Ayalon e Yohay mentre legge il suo internvento. Destra: Yohay e Capriotti
Sinistra: Yohay e Capriotti – A destra: I sei attori dell’azione di Gaza. Yohay rifà la storia di quella notte del 22.10.1948
Con l’arrivo di quei mezzi, fu creato un Gruppo Speciale della Marina, chiamato B. 10., che in seguito, unitasi con un’altra unità d’assalto dei sommozzatori di Yossele Dror con sede nella antica Cesarea, fu rinominata 13a Flottiglia.
Per l’addestramento si scelse una improvvisata base sul Lago Kineret o Mare di Galilea, nella cittadina di Tiberias: una parte del fronte lago fu scelta e recintata.
- Al primo corso addestrativo parteciparono 12 allievi, e tanti di quei primi sono qui con noi questa sera.
- Capriotti usò tutto il suo potere e talento per istruire i giovani combattenti, alla comprensione delle tecniche di base dei mezzi d’assalto, all’uso tecnico in mare, e alla esercitazione tattica dei mezzi.
- Dopo un breve periodo, e a dispetto della considerevole differenza d’età fra di noi, Capriotti divenne uno di noi. Egli si fuse con il nostro gruppo, con completa identificazione, col nostro scopo e il nostro popolo.
- Completato il ciclo istruttivo, fummo trasferiti d’urgenza con i mezzi, a Jaffa. Da informazione dei servizi di intelligence, si venne a conoscenza che gli egiziani si apprestavano con grande urgenza, ad inviare rinforzi e rifornimenti alle loro Forze Armate nel settore di Gaza.
- Fummo ordinati di armare i mezzi, e prepararli per l’azione, il più rapidamente possibile.
- Dal loro arrivo in Israele, i mezzi erano mantenuti inerti: parte del sistema d’esplosione con inneschi detonatori giunse separatamente.
- Capriotti diresse congiuntamente il difficile compito del personale tecnico e degli esperti del corpo scientifico.
In un tempo record di pochi giorni, i mezzi furono armati ed innescati, operazione avvenuta nella nuova base del vecchio porto di Jaffa. Lavorammo per alcuni giorni e notti, senza interruzione, caricando gli esplosivi e sistemando gli inneschi. - Capriotti lavorava spalla a spalla con noi, prendendosi un grosso rischio personale, facendo questo lavoro sotto improvvisate condizioni e tremenda pressione di tempo.
- Nel pomeriggio del 22 ottobre 1948, noi ci preparammo per l’attacco alla Marina Egiziana fuori dalla costa di Gaza.
- L’operazione si concluse con l’affondamento della Nave Ammiraglia Egiziana El Emir Farouk, e di un dragamine.
- Questa operazione rappresentò tale un fatale colpo al morale della Marina Egiziana, tanto da determinare, immediatamente dopo, la cessazione delle attività ostili contro il nostro Naviglio Mercantile e le nostre coste: il mare era nostro “Mare Nostrum”.
- Proprio prima della nostra partenza, per questa operazione, Capriotti non aveva dubbi nella sua mente, che egli sarebbe venuto con noi, come operatore di uno dei mezzi d’assalto.
- Quando io gli spiegai che non potevo prendermi la responsabilità di includere un cittadino straniero in una operazione militare, in tempi di guerra totale, come la nostra, egli si ribellò, ribollente di rabbia.
Qualche settimana dopo il ritorno dall’azione, egli a fatica mi rivolse la parola, ed io credo che non potrà mai perdonarmi.
Fiorenzo Capriotti mantenne sempre uno stretto contatto con noi durante i passati 44 anni. Ora nel suo entrare nell’82mo anno, il Comandante in Capo della Marina Israeliana, con piacere offre, per ripagare Capriotti di una piccola parte del nostro debito verso di lui; simbolicamente come può essere considerato, per questo importante gesto, io desidero esprimere la mia gratitudine, nel nome di tutti i combattenti veterani della Flottiglia, all’Ammiraglio Ami Ayalon, che è anch’egli un discendente di questa Flottiglia.
Siate tutti benedetti
Yohay
Preghiera dell’Assaltatore
“Prego bensì che l’una o l’altra
cosa, la Vittoria ed il Ritorno, tu
conceda, ma se una sola cosa, o Dio
darai, concedi solo la Vittoria.”
ALLOCUZIONE DELL’AMM. AYALON
COMANDANTE IN CAPO DELLA MARINA ISRAELIANA
Ammiraglio Ben Nun, Fiorenzo Capriotti, Amici:
Noi non rappresentiamo soltanto le persone qui presenti, ma anche l’intero complemento della Flottiglia d’Assalto della Marina Israeliana ed il popolo d’Israele.
Per l’operazione svolta e l’aiuto a noi esteso da Fiorenzo Capriotti nel 1948, con incluso la formazione dell’unità di Commando e quanto altro dei restanti fattori che formarono l’abilità operazionale, che portarono all’affondamento del “El Emir Farouk” nel 1948. Noi dobbiamo a Capriotti un debito d’Onore.
Io stesso, come pure altri giovani come me, siamo cresciuti sul valore della generazione che siede qui davanti a me, di quegli uomini che fisicamente portarono a quella vittoria navale del 1948.
Incidentalmente, da ragazzo, odiavo lo studio della storia. La conoscenza della recente storia di Israele mi è venuta attraverso i poemi del noto poeta Nathan Alterman, raccolti nel suo libro “La settima colonna”.
C’è un particolare poema, scritto in onore di un Capitano italiano, comandante di un piroscafo di rifugiati Ebrei, intorno alla metà degli anni quaranta: benché non scritto per Capriotti, questo poema esprime significativamente il nostro debito verso quei singoli italiani che ci diedero una mano in tempi cruciali, che includono anche la costituzione della nostra “13ma Flottiglia”.
I seguenti passaggi di tale poema esprimono la situazione in questa stanza, e sono all’incirca come segue:
“un giorno verrà,
che tu, anziano, seduto in un angolo di un bar,
centellinando un buon bicchiere di Chianti ricorderai:
…e tu sorriderai;
e continuando a fumare la tua pipa,
e scuotendo la tua testa bianca, tu, dirai:
si cari amici, sono anziano,
si, ho visto molto del grande mondo,
ma, …per Santa Maria:
non dimenticherò mai, la notte della caccia quando accelerammo verso Nahariya; che terrore e che bagno quella notte sulla spiaggia di Nahariya.
(…)
E va bene! La spiaggia non fu esattamente quella di Nahariya, ma Capriotti insieme ai veterani che siedono qui, ne ebbero molte di notti, bagnati come pulcini.
Pochi anni orsono, quando incontrai Capriotti la prima volta, egli giurava (ed io lo presi in seria considerazione), che, il 22 ottobre, giorno dell’affondamento della nave ammiraglia Egiziana “El Emir Farouk”, rappresentava ufficialmente il “Navy Day” di Israele.
Ho riflettuto molto su questa direttiva o desiderio di Capriotti, e mi sono convinto sia giusto trasferire l’“Israel Navy Day” da luglio ad ottobre: e per la prima volta noi lo celebriamo in ottobre quest’anno:
- In ottobre, l’ammiraglia Israeliana “Ins Eilat” fu affondata da missili lanciati dal porto di Porto Said.
- Qualche anno più tardi in ottobre, 1973, un gruppo di questa “Unità di Commando” affondò nella base di Gardaka nel Mar Rosso, la stessa nave lancia missili che aveva lanciato contro la “Ins Eilat”.
- Se poi aggiungo a tutto questo anche le distruggenti vittorie delle lanciamissili Israeliane contro le flotte Siriane ed Egiziane, a me sembra ci siano una successione di vittorie ed agonie che ci fanno scegliere il mese ottobre per il “Nostro Navy Day”.
Il Navy Day al di sopra di ogni altra cosa è giorno di ereditaggio, ed io lo considero quale evento eccezionale.
La cerimonia di questa sera, con la nomina di Fiorenzo Capriotti a Comandante Onorario della “13ma Flottiglia”, ci consente, lo ripeto, di pagare un debito d’Onore.
Thank You Very Much.
Traduzione della mia risposta in inglese, poi tradotta in italiano.
Prima di tutto, lasciatemi ringraziare il Comandante in capo della Marina, Ammiraglio Ami Ayalon, per le gentili espressioni ed apprezzamento.
Poi voglio ringraziare le autorità militari e tutti i miei molti e cari amici d’Israele che hanno reso possibile questa celebrazione.
Il mio orgoglio e la gratitudine, per la mia nomina a Comandante ad Honorem della speciale unità di Commando della Marina d’Israele, è al di sopra di ogni immaginazione e che inoltre mi riporta indietro di 45 anni, a quando misi piede per la prima volta in Israele, per diventare un Sabra, fra i Sabras israeliani, iniziando dal primo giorno, il mio amore per il paese ed il popolo d’Israele.
Sicuro, io fui e, dico che “io sono”, un membro della famosa Xa Flottiglia MAS della Marina Militare Italiana, la più famosa del Mondo.
Ma ciò, accadrà anche a voi, perché appartenere a tali speciali Unità di Assalto, lo si è per tutta la vita. È come un “marchio” stampato col fuoco sulla nostra pelle e sul cuore, per servire la Patria, senza riserve e senza limiti!
Per esprimere un desiderio, io voglio richiamarmi a quella nostra Preghiera dell’assaltatore, espressa appena un istante prima del “Via” finale per l’assalto:
My Lord, chiedo il ritorno e la vittoria, ma se una sola cosa sarà concessa, fa che sia la vittoria!
E in questo spirito auguro:
– Felicità a tutti voi
– Vittoria e Gloria per questa speciale Unità di Commando della Marina Israeliana
– Vittoria e Gloria per la Marina d’Israele e per Israele
– Lunga vita a Israele e che Iddio vi benedica tutti.
Questa è la traduzione che ho fatto della Poesia, bellissima, a cui ha fatto riferimento l’Ammiraglio Ayalon.
Al Capitano della Nave Clandestina “Hanna Senesh” – Natham Alterman
Il vento frustava il mare,
e il mare frustava la nave:
Tu nel tumulto della tempesta
governavi la nave.
Noi beviamo a te, capitano,
ed alziamo alto il bicchiere:
Noi ci incontreremo ancora su questo Oceano.
Nessun Lloyds assicurerebbe la tua
Piccola segreta barca.
Neppure la pericolosa lotta paga,
Ma benché nessuna registrazione è
sul giornale di bordo
Noi lo documenteremo nelle pagine della storia.
Questa fragile, sconosciuta flotta,
grigia e silenziosa, sarà
il soggetto di canzone e storia,
e molti dei Capitani, al sentire il racconto,
invidieranno te, Capitano, la tua gloria.
La notte celava la battaglia
con l’onda e la marea,
ma i nostri ragazzi furono più forti
della tempesta di vento;
oh, Capitano, tu vedesti come dalla Nave alla spiaggia
ognuno nuotò con un uomo sulle spalle.
Un brindisi all’oscurità che piombò
sulla nave, e si accovacciò sui lunghi fasci
di luci dei proiettori che la cercavano.
Oh, Capitano, Iddio accorse sulle
piccole barche di legno,
Iddio accorse su quelle navi in mare!
Un brindisi ai ragazzi che si gettarono nella lotta,
facendone una “Trafalgar” dei loro popoli,
essi trasformarono fragili barche
in navi da battaglia,
la nave è d’acciaio e vincerà.
Negli anni a venire tu, sorseggiando
un bicchiere di vin brulé,
o tracannando un sorso più forte;
allora tu sorriderai, fumando
la tua pipa, scuotendo la tua testa grigia,
pensando a quei giorni quando eri più giovane.
Tu ricorderai le passate gesta,
e dirai ai tuoi amici:
Io ho visto molto, ma, per Santa Maria,
non dimenticherò mai la notte della caccia,
quando accelerammo verso Naharia.
Allora, tu sentirai il nostro messaggio di risposta:
I cancelli della nostra terra sono stati
Violentemente spalancati:
questo fu fatto dai ragazzi che si
arrampicarono sulla Nave, in quella
tempesta, quel terrore, quella marea.
Allora, tu abbozzando un sorriso mormorerai:
Così nulla poté:
non il radar, né le raggianti luci dei proiettori,
e nemmeno gli incrociatori…
Tu finirai il tuo bicchiere e tornerai ancora ai tuoi sogni.
Questo è quel che accadrà come camerati
Che arditamente si tuffano nel cuore della tumultuosa tempesta.
Avanti Capitano, Iddio accorre sulle piccole barche in legno,
Iddio accorre su quelle navi dell’Oceano.
Poi accadde che ci scappò il tempo per una visita ai pesci colorati del Kibbutz Maagan Michael; una gita verso l’alta Galilea, per rendere visita a un vecchio amico, con il quale ci incontravamo a tutte le fiere per “Macchine Utensili”: Stef Wertheimer – Chairman of Iscar Ltd, e fondatore del Parco Industriale di “Tefen”; ed anche una rapida escursione a Gerusalemme.
Gerusalemme sullo sfondo. Ben visibile la Moschea di Omar.
Maagan Michael
Dec. 16, 1992Caro Fiorenzo
– I have just came back from a 5 weeks trip to USA on behalf of the Oceanographic Institute and on my way back I spent four days in Berlin with my daughter Efrat.
– I wish to convery our warm greeting for Christmas and the New Year.
– I am not saying Merry Christmas remembering that it will be your first one without Vanda. It cannot be merry.
– It was good to have you with us Fiorenzo and everybody sends their warm regards.
– Do convey our greeting to your dauthters and their families.
As ever
Yohay and Saya
Traduzione:
Caro Fiorenzo
Sono appena tornato da un viaggio di 5 settimane in USA per conto dell’Istituto Oceanografico e sulla via del ritorno mi sono concesso quattro giorni in Berlino con mia figlia Efrat.
-Desidero formularti i nostri calorosi auguri per Natale ed Anno Nuovo.
-Non sto dicendo “merry Christmas” ricordando che è il tuo primo anno senza Wanda e non può essere “merry” (gioioso).
-Fu molto bello averti con noi Fiorenzo, e tutti ti mandano i più affettuosi auguri.
-Trasmetti i nostri auguri alle figlie ed alle loro famiglie.
Come sempre
Yohay e Saya
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