Scafi Veloci: Progettare l’efficienza
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Una conversazione con Renato “Sonny” Levi a cura di Antonio Soccol. Intervista del 16 settembre 2007 al progettista di barche veloci.
Restauro barca Levi – Synthesis dal Belgio di Luciano Vendramini (I puntata)
Qualche giorno fa mi è arrivata dal Belgio una mail di Luciano Vendramini informandomi di avere ai restauri una barca progettata da Sonny Levi e dicendomi le misure di ingombro della stessa mi sono reso conto che, con molta probabilità, lui avesse un Synthesis della Partenocraft di Napoli e mi chiedeva se io fossi in possesso di dati e se con certezza sapevo di che barca si trattasse.Per visualizzare l'articolo, selezionare il titolo.
Motorsailer planante Exocetus Volans – progetto Levi – Harrauer
Antonio Soccol risponde al forum "Amici della Vela": I “forum” sul web, si sa, raccolgono di tutto un po': nessuno deve stupirsi.Racconta una antica favola che erano in due, avevano la Terra a disposizione e niente e nessuno li disturbava ma uno ha ucciso l'altro che era pure suo fratello: si chiamavano Caino e Abele
Il restauro di barche d’epoca Levi in lamellare di mogano
Articolo dedicato al restauro di imbarcazioni d'epoca Levi in lamellare di mogano incrociato a 45° e incollato con colla resorcinica.Gli interventi che si devono attuare per dare nuova vita e un futuro ad imbbarcazioni così rare ed eccezionali, sono molto complessi e non possono essere eseguiti da inesperti del settore, di fondamentale importanza è l'uso di materiali di qualità e di mani che sanno quel che fanno, il futuro della vostra barca d'epoca dipende essenzialmente da questi interventi.Vediamo in pratica come e cosa bisogna sapere oltre che rivolgersi a esperti di barche Levi
E’ tempo di inventare la bio-barca
La parolina magica è “bio”. Un lemme che deriva dal greco “ bios” e significa “vita”. Lo applicano a tutto: da bio-agricoltura a bio-vetro, passando per bio-pizza. E’ entrata persino in Borsa la “bio” e sembra funzionare piuttosto bene pur essendo appena nata. Ormai non si lancia nulla sul mercato che non sia “bio”.Negli Usa -riferisce Clifford Krauss- la “Home Depot”...
La barca non è un auto di Antonio Soccol (X puntata)
Tradizione storica delle genti di mare impone che mai si deve cambiare il nome di una imbarcazione anche se cambia il proprietario. Farlo porta sfiga, si dice. Però anche questa è abitudine che si sta smarrendo. Io non sono affatto superstizioso ma non mi pare bello cambiar nome alle barche. Articolo di Antonio Soccol
L’ultimo paradiso
Oggi vi porto sulla Corrente del Golfo. A Cuba: negli anni Ottanta ci sono andato per venticinque volte (media 2,5 all'anno) ed era un paese straordinario. Non chiedetemi cosa ne penso oggi: non lo so ma, confesso, sono un po perplesso. Spero, però, vi piaccia sentire com'era, allora: un quarto di secolo fa...
G.50 – fast commuter – by Sonny Levi & Sergio Pininfarina
Le richieste per questo progetto furono: la creazione di una barca molto veloce capace di navigare ad andatura sostenuta anche in caso di avaria a qualche motore, con la possibilità di arrivare ad una velocità di 55 nodi e planare anche con mare formato. Gianni Agnelli...Per visualizzare l'articolo, selezionare il titolo.
‘A pucchiacchiera in mano a criature
Alla fine di giugno del 1962, i responsabili della rivista specializzata che organizzava la prima edizione della prima gara offshore italiana, la Viareggio-Bastia-Viareggio, mi telefonarono: "Vieni a darci una mano in sala stampa?". “ Ma potrò vedere la corsa?”, chiesi ingenuamente. "No. Nessuno, appena dopo la partenza, la potrà vedere: non esiste barca capace di filare quanto quelle iscritte alla competizione
L’evoluzione della specie
di Antonio Soccól. Quale sarà stata la prima barca di quegli ominidi, diretti cugini dei simpatici quadrumani, che per primi hanno avuto bisogno di traversare un fiume o un tratto di mare? Probabilmente un tronco d’albero, o un grosso ramo su cui mettersi a cavalcioni. Più tardi, forse, la carogna di qualche grosso animale gonfia di gas…
La barca non e’… un’auto (IX puntata) di Antonio Soccol
Beh, l’ho già scritto su queste pagine. Ai “miei tempi”, cioè quando correvo in offshore, ci si trovava un’oretta prima del via a bere un caffè al Club che ospitava e organizzava la gara e si piegava a fette “La Gazzetta dello sport” in modo che un lato del quotidiano coincidesse con la rotta che si doveva fare in gara e l’altro passasse al centro della rosa dei venti della carta nautica
Antonio Soccol: nove anni da secondo pilota offshore
Ho corso in offshore all’incirca nove anni: dal 1969 al 1977 ed ho esordito - come pilota - alla Viareggio - Bastia - Viareggio del ‘69, con la barca “Barolodelta”, un Sagitta Special (progetto Levi, monocarena, lamellare marino) da 27’dei cantieri Sapri (Nino Petrone) spinta da due motori diesel Perkins da (circa) 140 cv ciascuno. Primo pilota era Livio Macchia