Nautica e riviste specializzate

Quando il restauro diventa arte – Sergio Abrami

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Paolo Lodigiani, progettista, scrittore ed esperto di scafi tradizionali ha fatto un rapido giro nell’Italia nautica, dal Quarnero a Ventimiglia con immagini e citazioni sulla straordinaria diversità e gli impieghi delle imbarcazioni tradizionali italiane. Seguitissimo anche l’intervento di Giovanni Panella, storico navale esperto dell’area tirrenica. Un’Italia nauticamente divisa tra adriatica e tirrenica, con rivalità marittime mai sopite nel corso dei secoli. Di Panella sono noti interessanti studi sulle Feluche della Baia di San Francisco della seconda metà del 19° secolo.

Per mare gratis e senza emissioni? YES, WE CAN – La barca non è un auto… (XX puntata)

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Allora, sembra certo. Andremo per mare con l’energia ricavata dai pannelli fotovoltaici solari. Era l’uovo di Colombo. Dove metterli ‘sti benedetti pannelli fotovoltaici? Sì, sul ponte. Però c’è di meglio. Per esempio, sulla randa di una barca a vela. Ma come? Non sono rigidi? Non più. E comunque, per favore, fare mente locale: le vele già si steccano per renderle più rigide. Dunque: obiezione inutile. Ma ‘sti pannelli, non pesano da morire? Mica tanto vero. Non quelli dell’ultima generazione
cultura del mare

Libri di cultura del mare – Rubrica a cura di Antonio Soccol

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Da questa considerazione nasce questa nuova sezione del “nostro” blog "Libri per chi ama il mare": per il desiderio, per altro espresso anche da alcuni lettori/navigatori, di dar da bere agli assetati, di fornire una ulteriore visione del mare-amante. La visione della cultura. Quella che può venire dalle parole di un poeta oppure da quelle di un progettista, da un libro tecnico oppure da un romanzo...Seleziona il titolo per visualizzare l'articolo.

Navigazione in altura – di Antonio Soccol

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L’Aga Khan ha sempre avuto barche e, una in più o una in meno, il fatto che si sia fatto costruire un superyacht da 46 metri e mezzo, non dovrebbe far notizia. Il fatto è che questa barca avrebbe dovuto filare 80 nodi e che le intenzioni del 71enne iman degli ismailiti erano di utilizzarlo per conquistare l’Hales Trophy, cioè il trofeo che premia la più veloce traversata dell’oceano Atlantico. Chi ha detto che le bio-barche non hanno futuro?

Lo Stradivarius del Mare – Barca d’epoca Speranzella Fujiyama

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Passai in rassegna tutti i “file” della mia memoria e la risposta fu univoca: Speranzella della Navaltecnica era in assoluto la miglior barca di serie che l’industria nautica avesse mai prodotto. E l’unica che avesse una carena invidiabile. “Certo -scrissi in quella occasione- sarebbe il caso di riproporla oggi sul mercato.Ovviamente con nuovi motori più affidabili e potenti, con le nuove trasmissioni con eliche di superficie e magari anche con qualche piccolo ritocco nell’arredamento interno. Di sicuro sarebbe molto più efficiente e di classe di tante caravelle oggi in produzione.” Sono passati altri dieci anni e non ho cambiato idea

Anzio: il porto e la nautica

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E’ risaputo che il porto di Anzio sia stato nell’antichità maestoso e prestigioso. Le dimensioni del cosiddetto porto neroniano costruito con maestria in età imperiale sono tali da far pensare ad una intensa attività commerciale e ad uno sfarzo che solo un imperatore avrebbe potuto concedersi. E’ quindi opinione comune che la storia di Anzio debba coincidere con quella di Roma, sia repubblicana che imperiale. ...Per visualizzare l'articolo, selezionare il titolo.
salone nautico internazionale

47° Salone Nautico Internazionale di Genova – Rivista Barche di Ottobre 2007

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A pagina 546 del mensile internazionale della nautica a motore è presente la pubblicità del nostro blog di barche d'epoca e della storia delle imbarcazioni progettate dall'eccezionale ing. Renato "Sonny" Levi.Di seguito, selezionando l'immagine, sarà possibile scaricare un wallpaper (sfondo del desktop a 1280x800) in formato compresso (.zip)

La barca non e’… un’auto (IX puntata) di Antonio Soccol

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Beh, l’ho già scritto su queste pagine. Ai “miei tempi”, cioè quando correvo in offshore, ci si trovava un’oretta prima del via a bere un caffè al Club che ospitava e organizzava la gara e si piegava a fette “La Gazzetta dello sport” in modo che un lato del quotidiano coincidesse con la rotta che si doveva fare in gara e l’altro passasse al centro della rosa dei venti della carta nautica