Chantier Naval de la Méditerranée
Sulla sponda meridionale del Mediterraneo, in un paese ove storia dell’umanità e storia della navigazione si sono da sempre intrecciate, si è installato da alcuni anni un cantiere navale con l’ambizione di porsi come principale realtà di attività di recupero, restauro e salvaguardia di imbarcazioni di rilevanza: siamo a Bizerte, Tunisia.
In quel luogo, centro equidistante da Barcellona, Costa Azzurra, Genova, Grecia, a sole 120 miglia da Cagliari, un’imprenditoria italiana e la capacità tecnica di una gestione anch’essa italiana, hanno dato vita a Chantier Naval de la Méditerranée: cinquemila metri quadri coperti, un capannone con tre campate tutte dotate di carro ponte e quasi altrettanti di piazzale, prospicienti banchine con profondità da quattro a nove metri.
L’attività del cantiere è incentrata sul recupero di imbarcazioni di valore storico: vengono acquisite, oppure ci vengono affidate, quando vicine alla loro fine di vita, riportate allo stato originale, impiegando materiali, tecniche di lavorazione e finiture tipiche della loro epoca di origine. E quindi immesse come nuove nel mercato della nautica da diporto.
Attualmente sono ai lavori in cantiere:
- Swala, 15 metri del ’69, cantiere Sangermani e progetto Giles: completamente restaurato, è ormai prossima al varo.
- Susanna II°, 19,50 metri del ’64, cantiere Sangermani e progetto Giles: a breve inizieranno i lavori di ripristino.
- Airin, 30 metri del 1970
- Sangermani e Giles: varo previsto per la prossima estate Trianon, motor yacht di 24 metri, del 1960, costruzione del cantiere americano Trumpy. Sta
arrivando con i suoi mezzi in cantiere in questi giorni, condotta da personale proprio del cantiere, dedicato a tale attività di recupero e trasferimento.
Una trentina di piccoli motoscafi, da corsa e da diporto, dai 5 agli 8 metri, costruzioni italiane degli anni ’50 – ’60, con i loro motori fuori bordo dell’epoca. Dieci di questi gioielli sono già restaurati, sempre con tecniche e materiali appropriati all’epoca di origine.
E, unitamente a tale settore, con altre maestranze si opera anche nella ristrutturazione di barche “moderne”, aggiornandone l’attrezzatura e gli arredi, rimettendo a nuovo fasciami e strutture:
Sono in cantiere ai lavori due imbarcazioni del cantiere Hallberg Rassy 42; uno yacht a vela di 72’ in lega leggera, progetto Giorgetti&Magrini; due caicchi turchi pronti a riprendere il mare.
Punta di diamante di questo settore é l’attività, affidata ad una “branch” di C.N.M., la Custom Yacht: personalizzazione di yacht secondo i “desiderata” di clienti che vogliono trasformare un’imbarcazione di serie in un oggetto distintivo, per estetica, finiture e prestazioni.
L’ampio spettro di attività del cantiere ha portato all’individuazione e al successivo inquadramento e aggiornamento tecnico di maestranze specifiche per ogni settore. Oggi in cantiere operano più di sessanta addetti alla produzione, destinati a divenire circa ottanta entro la prossima estate.
Tra questi:
La squadra di carpentieri e mastri d’ascia: esemplificativo i lavori di ricostruzione dei fasciami di Swala e Airin, con sostituzione di tavole ed elementi deteriorati della struttura, ricercando legnami analoghi all’originale e impiegando le stese tecniche di calafataggio dei comenti.
La squadra dedicata ai ponti in teak, che opera rilevando a bordo le seste della geometria del ponte per poi prefabbricare in falegnameria le doghe e le mastre, prima dell’applicazione delle stesse.
I meccanici e impiantisti, addetti alla demolizione, o smontaggio con rimessa a nuovo, delle attrezzature di bordo ed alla successiva installazione e collaudo.
I motoristi, che hanno la capacità di dare nuova vita, esempio concreto, ad un motore Caterpillar rimasto per lungo tempo sott’acqua: smontato in ogni sua componente, ripulito e, senza cambiare un solo pezzo né una guarnizione, riavviato in banco di officina, prima di affidarlo ad una nuova pitturazione!
Un’officina di 250 mq completamente attrezzata fiore all’occhiello del cantiere.
Tornando all’attività centrale del cantiere, ovvero il restauro di imbarcazioni d’epoca, merita descrivere e gli intendimenti e le metodologie che ne costituiscono la filosofia.
Swala, già realizzato, e Susanna II°, agli inizi dell’opera, meritano un’attenzione esemplificativa.
Innanzitutto, lo scopo: riportare in vita delle imbarcazioni di prestigio storico. Swala è stata il tipico yacht da crociera veloce, rappresentativo di quell’epoca, gli anni Sessanta/Settanta, in cui il diporto velico italiano ha avuto la sua prima epoca d’oro. Susanna II°, plurivincitore della regata della Giraglia di cui ha detenuto per anni il record, è stata emblema delle grandi barche da regata in Mediterraneo.
Per entrambe la stessa sequenza di interventi: recupero con trasferimento con i propri mezzi in cantiere; messa a terra e pulizia completa; smontaggio di attrezzature e arredi sino a portare a nudo le strutture; sverniciatura a legno per poter esaminare i singoli elementi del fasciame da sostituire; ripristino di fasciami e strutture, sempre in sintonia con i legni e le tecniche originali. Quindi rimontaggio di quanto recuperato o ricostruito o sostituito.
A questo punto Swala e Airin saranno pronte per riprendere il mare nel suo aspetto e nella sua essenza originali nei prossimi mesi; e Susanna II° lo sarà per la stagione del 2024.
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