Articoli tratti dal mensile Barche a cura del giornalista nautico Antonio Soccol

fishtech V profonda Levi

Comprare una barca non e’ come comprare un’auto (II puntata)

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Una barca si divide in due parti: sotto alla linea di galleggiamento si chiama "opera viva", sopra al pelo dell'acqua si chiama "opera morta". Chi oggi compra una barca, al solito, si occupa dell'opera morta e quindi compra una "casa al mare".Chi invece vuol navigare si deve occupare dell'opera viva, cioè di tutto quello che sta nell'acqua e serve ad affrontare il mare. Parliamo allora di opere vive e specificatamente di carene. Di quelle ormai oggi più comuni. Quando apparvero, le chiamarono "carene a dislocamento planante": una espressione che non vuol dire niente "per la contradizion che nol consente" (Dante Alighieri, "La divina commedia", Inferno, XXVII, 120). L'aveva inventata, la definizione, l'ufficio marketing di un cantiere: Italcraft di quegli anni (primi Sessanta), quando presentò il suo cabinato "X-1", ispirato (molto ispirato- "forse sin troppo", direi) alle prime carene di quel genere studiate negli Usa da Raymond Hunt.In Italia, opere vive di quel tipo, le produceva, allora, solo la Navaltecnica di Anzio, detta anche Canav, però queste erano ideate e progettate da Renato "Sonny" Levi...