Articoli tratti dal mensile Barche a cura del giornalista nautico Antonio Soccol

La Barca non e’ un auto (30a puntata)

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Una provocazine il titolo di questo articolo che tratta della situazione della nautica attuale legata al momento economico che viviamo. Interessante lo sviluppo che prospetta l'articolo e che conclude dicendo che occorrerebbe un Marchionne della nautica per risollevare tutto il settore in campo mondiale...

Barche o minigonne? La Barca non è un’auto – 29a puntata

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I tempi cambiano,come anche la moda, per esempio nell'abbigliamento, ma oggi della nutica i nostri governanti sembrano dimenticarsene, a torto poichè è un indotto che da lavoro a molti addetti e contribuisce a dare una buona mano al Pil... e con il solito linguaggio politichese si inventano qualche cosa che vuol dire poco o nulla... insomma nulla di concreto per la nautica e tutti quelli che vi lavorano.
Antonio Soccol

La Barca non e’… (28° puntata) – Una barca per tutti

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C’era un “pezzo” stupendo di Mauro Mancini in materia che raccontava d’esser andato in barca (a vela) da Viareggio a Anzio (se ricordo bene) in una notte di primavera: sosteneva che era stata una delle più belle notti della sua vita. La confrontava poi, quel grande giornalista, con l’ipotesi di fare lo stesso percorso via terra. E concludeva che, a farlo, vi avrebbe perso qualche mese di vita… Tutto ciò più di trenta anni or sono. Immaginate oggi. Eppure…Torniamo al mercato. Un lancio di agenzia mi informa che: “Anche se il mese di dicembre ha segnato soltanto un +3% in valute locali, il gigante del fast fashion H&M chiude l'ultimo quarter fiscale con vendite in aumento dell'8% e l'intero esercizio con un +11%. Le stime per il mese di gennaio sono di un incremento dei ricavi (sempre in valuta locale) dell'8%.”
giornalista nautico

La barca non e’ un’ auto (27ma puntata) La patente nautica? In 16 ore (meno due pause – pranzo)

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A giocare con Google talvolta ci si può far anche del male. Quanto meno: io me lo son fatto. Ho digitato sul famoso motore di ricerca quattro paroline: “patente nautica a motore” e, in 0,33 secondi, Google mi ha dato 125.000 (centoventicinquemila) siti web dove, possibilmente, si parla di patenti nautiche. La larga maggioranza è data da scuole, sparse su tutto il territorio nazionale. Moltissime di queste propongono corsi della durata di 2 (due) giorni per la licenza entro le 12 miglia! Un’arte difficile come quella del “navegar” si apprende in così poco tempo? Ma siamo matti? E’ stato qui che ho sentito una fitta al cuore, che mi son fatto male.
direttore Antonio Soccol

E’ la nautica, bellezza! – La barca non è un’ auto… (XXVI puntata)

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Un lettore mi scrive: “Secondo me la barca andrebbe meglio paragonata a un camper piuttosto che a una macchina, e l’automobile a un motoscafo”. Non è chiarissimo: il motoscafo non è una barca? Vabeh, si vede che per lui, “barca” non vuol dire “imbarcazione di dimensioni modeste per trasporto di persone e cose” come sostiene lo Zingarelli ma significa “scafo con cabina”. Non è grave ma comunque

La barca non è un’ auto… (25° puntata) – Inventare l’ombrello? Si!

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Com’è noto l’Aspronadi è l’Associazione dei progettisti della nautica da diporto. L’architetto Lenzi (yacht designer) mi scrive:Una provocazione così non poteva cadere nel vuoto...! Altro che! Non solo l'Aspronadi risponde ma si impegna a farlo in modo sempre più incisivo e diffuso. Mi permetto di dire che, con rinnovato vigore, l'associazione da un anno a questa parte ha preparato e prepara interventi in questa direzione. Sempre più siamo consapevoli, come progettisti, degli obbiettivi a cui dobbiamo mirare. E sono fiera di aver riscontrato che tra i membri (con le solite eccezioni che confermano le regole) ci sia la voglia di puntare i piedi sulla professionalità piuttosto che sull'assecondare il mercato. Ed è per questo che affrontiamo il lungo percorso verso l'obbiettivo con un passo dietro l'altro...Aricolo di Antonio Soccol, selezionare il titolo per visualizzare l'articolo.

La barca non è un’ auto… (XXIV puntata) – C’era una volta la barca

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Per il Salone, ho “risuscitato” quell’investimento e mi sono agghindato da “potenziale acquirente di un yacht” e, così camuffato, sono andato in giro per gli stand per vedere come girava il vento in quel di Genova. Confesso altresì che, per migliorare il travestimento, ero andato anche dal barbiere (barba e capelli) e avevo indossato un paio di occhiali da sole panoramici. Seguito da lontano da Carlo Ramerino, fotografo di Barche che, dotato di potente teleobiettivo, doveva da lontano testimoniare i miei incontri, ho iniziato il mio “giro”. Ecco il diario di bordo di quel giorno di crociera a terra...Articolo di Antonio Soccol

La barca non è un auto (XXIII puntata) – Una crociera (a motore) alla velocità di una barca a vela (veloce)

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Una crociera di Antonio Soccol in Sicilia con Exocetus Volants... Dopo un congruo numero di giorni e dopo aver fatto il giro di tutto quell’arcipelago sono rientrato al mio porto d’armamento. Sempre con i motori a 1.100 rpm. E’ stato molto bello. Non si è rotto niente di niente. Ah, scordavo: ho consumato il 75 per cento in meno, rispetto alla stessa crociera fatta l’anno scorso a tutta manetta. Dice: “E non lo sapevi?”. “Sì, certo. Lo sapevo, lo so da sempre che se non apri non consumi. Ma non lo avevo mai fatto”. Adesso ho imparato.

La barca non è un’auto (XXII puntata) – Quando il gioco si fa duro

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Giusto un anno fa, su questa rivista (Barche), proponevo l’idea e l’esigenza di studiare una bio-barca: carena più efficiente e trasmissioni migliori. Il tutto garantiva circa il 40 per cento di risparmio energetico. Un paio di mesi dopo, con anticipazione mondiale da parte di Barche, scoppiava la bomba dello studio di progetto per uno scafo da 100 metri e capace di filare 100 nodi. Lo studio è stato fatto, la barca no. Non ancora, per lo meno. Ma è probabile che quello possa esser considerato il sogno per l’ultima “brioche” di un popolo ormai senza più pane

Per mare gratis e senza emissioni? YES, WE CAN – La barca non è un auto… (XX puntata)

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Allora, sembra certo. Andremo per mare con l’energia ricavata dai pannelli fotovoltaici solari. Era l’uovo di Colombo. Dove metterli ‘sti benedetti pannelli fotovoltaici? Sì, sul ponte. Però c’è di meglio. Per esempio, sulla randa di una barca a vela. Ma come? Non sono rigidi? Non più. E comunque, per favore, fare mente locale: le vele già si steccano per renderle più rigide. Dunque: obiezione inutile. Ma ‘sti pannelli, non pesano da morire? Mica tanto vero. Non quelli dell’ultima generazione

La barca non è un auto (XIX puntata) – Carene brevettate

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Guardarle, le carene delle barche ai Saloni, è impresa proprio da “guardoni” e per capire grossomodo come son fatte bisogna sottoporsi a contorcimenti degni di miglior fine… se mi seguite, però debbo dire in tutta onestà che di originale, inusitato, insomma di “nuovo” non ci ho visto nulla di nulla. Un paio di redan, qualche pattino longitudinale troncato qua e là, un diedro piuttosto spinto. Tutta roba che già si vedeva nelle barche da corsa di trenta, quaranta anni or sono.E allora perché brevettarle?Seleziona titolo per visualizzare l'articolo
povera barca

La barca non e’ un auto (XVII puntata) – E adesso, povera barca?

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Nel 1992 un litro di nafta costava 600 lire al litro. Oggi ha un prezzo sei volte tanto…Il pieno (facciamo mille litri) per un cabinato da 12 metri spinto da una coppia di diesel da 270 cv ciascuno, costa (al momento in cui scrivo) 1.350 euro che è qualcosa di più di quanto guadagna in un mese un cittadino medio italiano. E con quel pieno, quella barca copre una distanza di 160 miglia (circa 200, se ha trasmissioni con eliche di superficie)…Selezionare il titolo per visualizzare l'articolo.