Modellismo – Guardacoste G.34 D’Aleo GdF
Premessa:
Quando è nata la Classe Meattini il Cantiere Baglietto di Varazze, per far fronte alle impellenti necessità della Guardia di Finanza, diede in appalto a diversi cantieri nazionali la costruzione di alcune unità. Il G.34 D’aleo è stato costruito presso il cantiere di Lavagna per cui lo stesso presenta piccole differenze negli allestimenti rispetto a guardacoste costruiti in altri cantieri.
Ferruccio Candia, autore di questo bellissimo modello che vi presentiamo, per la sua costruzione ha utilizzato i disegni originali di Baglietto ed avendo avuto la possibilità di salire a bordo, ha scattato fotografie dei particolari dello stesso D’aleo, del G.19 Steri (entrambi dislocati a Bari) e del G.41 Bianca venuto da Palermo nei cantieri della sua città per i grandi lavori e questo la dice lunga sulla meticolosità della studio e realizzazione dei particolari di questo modello che, come vedete dalle immagini presentate in questo articolo, sono di ottima fedeltà e molto verosimiglianti.
Di seguito le immagini che si riferiscono a quanto appena detto nelle righe e sono state determinanti per la realizzazione del modello con il mantenimento delle proporzioni in scala e di una maniacale fedeltà cromatica.
Nella foto di seguito pubblicata si nota il G.34 D’Aleo mentre si trovava in disarmo sulla banchina della Maddalena
Successivamente l’unità assegnata fu trasportata in un capannone per un restauro che doveva trasformarlo in barca da diporto, ma che sembra si sia fermato (foto sotto l’ex G.34 durante le prime fasi di lavorazione).
Ferruccio Candia ci riferisce che la costruzione è iniziata nel 1992 e dopo aver terminato lo scafo e la coperta, costruita in compensato di betulla da 8/10 di mm, è stata abbandonata per tre anni perché impegnato in altre attività modellistiche. La lavorazione del modello è stata ripresa poi nel settembre del 1995 e terminata ad ottobre del 1996.
Avendo deciso di rendere il modello navigante, ha lasciato il solo scafo senza arredamento. Sono stati montati due motori elettrici dotati di doppi assi contro rotanti, da un lato ridotto e dall’altro diretto, innestati a due assi ai quali sono state montate le eliche di propulsione.
Anche i flaps sono funzionanti e predisposti per l’uso con il radiocomando. C’era l’intenzione di rendere funzionante l’antenna del radar, ma tale realizzazione è stata accantonata perché il motorino ridotto doveva essere montato nel corridoio della saletta, fra la cucina e la cabina RT ed a livello estetico il risultato lasciava a desiderare.
Anche l’intenzione di far funzionare le porte stagne è stata abbandonata perché le dimensioni della piastra interna collegata al volantino era troppo ridotta per poter incernierare le quattro aste di chiusura.
La coperta così come il grande boccaporto della sala motori, quello di prua e di poppa, escluso quello della sala macchine, sono stati rivestiti con listello centrale da 6 mm, mentre i successivi sono da 3 mm alternati da listelli di 2 mm. di cartoncino bristol nero per simulare la guarnizione di tenuta, carteggiata e verniciata con 3 mani di vernice satinata.
Elenco materiali e particolari costruttivi:
- chiglia ed ordinate: compensato marino da 8 mm
- opera viva ed opera morta in compensato di betulla da 1 mm (n.4 fogli) messo in opera senza particolari problemi. Lo scafo, essendo rivestito con fogli di compensato e non listelli, è stato reso stagno con resina epossidica nei soli punti di incollaggio ed una mano di smalto sintetico all’interno. All’esterno invece l’opera viva ed l’opera morta è stata ricoperta da una mano di resina epossidica e smalto a finire
- coperta in compensato da 8/10 di mm rivestita con listelli di tiglio incollati con colla idrorepellente
- falchetta in compensato da 1 mm
- scarponi: la parte iniziale in balsa ed il resto in compensato da 1 mm resinato all’interno per avere la possibilità montando una pompa nello scafo collegata a due tubicini di silicone di simulare lo scarico dell’acqua dei motori
- oblò dello scafo ricavati da corpi di siringa in plastica tagliati a misura, chiusi all’interno con lexan incollato ed opportunamente pitturati
- divertente anche la costruzione dei candelieri. Ci vuole olio di gomito, ma il risultato è identico all’originale
- le draglie sono delle semplici corde di chitarra
- sovrastrutture in compensato da 1 mm. e balsa
- oblò commerciali in ottone cromato ed apribili
- fanali di via, di fonda e di coronamento fatti a mano perfettamente funzionanti
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Gentile Paolo,
ti ringraziamo a nome del bravissimo modellista Ferruccio Candia che riproduce modelli navali della GdF con una ricchezza e cura dei particolari veramente maniacale e spesso le foto dei dettagli si confondono con quelle dei particolari veri.
Circa i disegni del Baglietto Classe Meattini puoi acquistarli presso l’ANB, Associazione Modellisti Bolognesi che hanno un catalogo ricchissimo di disegni di navi da guerra, motovedette della G.C.,GdF, Marina Militare italiana, imbarcazioni da diporto ecc.. per uso storico e modellistico, tutti bellissimi e assolutamente originali.
Se vai a questo link troverai appunto i disegni che ti interessano:
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Ti ringraziamo per averci scritto!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Salve,
complimenti per il modello, è fantastico e ricco di dettagli. Volevo chiedere se fosse possibile avere i disegni per poterlo costruire. Grazie infinite
Volevo rispondere a Roberto Mancini.
Il D’aleo è navigante nel senso che è predisposto per il radiocomando. Volutamente lo scafo non è stato arredato per far posto all’impianto radio. Una cura particolare è stata posta negli assi portaelica e negli astucci dei flap che sono funzionanti e radiocomandabili separatamente per evitare infiltrazioni d’acqua.
Abito in Puglia sul mare e un altro modello precedente il Daleo e precisamente il G.62 Calabrese ex Dark è andato in acqua per tanto tempo. Anche questo modello è riprodotto fedelmente da disegni originali di Baglietto. Purtroppo l’acqua salata lascia il segno ed il modello è stato rimesso a nuovo altre due volte con rifacimento di qualche particolare.
Non è facile lavare con acqua dolce un modello ricco di particolari, qualche volta viene a mancare anche la voglia. Per questo motivo il D’aleo non è mai andato in acqua. Il solo scafo coperto da una mano di resina epossidica è stato messo in acqua in una vasca d’irrigazione.
Non me la sono sentita di metterlo in mare.
Ferruccio Candia
Belle le immagini dei modelli V6000 e del Baglietto Classe Meattini e se si vuole vedere come naviga la m/v velocissima V6000 della GdF basta andare a questo video:
Buona visione!
Giacomo Vitale
Ho letto con molto interesse l’articolo circa la costruzione del modello del d’Aleo da parte di Ferruccio. Veramente una bellissima riproduzione di una motovedetta tra le più conosciute della flotta della Guardia di Finanza.
Avendo letto che il modello è navigante, sarebbe bello vederlo in navigazione. Non so di dove sia Ferruccio, ma vorrei dirgli che a Roma, città dove vivo, c’è un amico modellista che ha realizzato anche lui la motovedetta Meattini e ogni tanto facciamo delle navigazioni insieme, io con la vedetta velocissima V6004 e lui con la Meattini.
Su youtube, all’indirizzo “V6000 e Meattini” c’è un filmino che mostra la navigazione del Meattini e della V6004.
Ancora complimenti vivissimi al costruttore Ferruccio e speriamo di vedere presto il modello della d’Aleo in navigazione.
Roberto Mancini